Brugnetto e il suo territorio (Conferenza del prof Giuseppe Santoni – Brugnetto 02/02/2024)

Conferenza del prof. Giuseppe Santoni

Brugnetto 2 febbraio 2024

Perché questa ricerca

Il 21 ottobre 2022 il dr. Learco Perini mi ha mandato una foto aerea, scattata dal figlio Michele da un volo di linea dalla Svizzera in Italia poco prima dell’atterraggio a Falconara (Fig. 1A).

Ritrae la zona tra Brugnetto e Bettolelle (1B) attraversata al centro dal fiume Misa con tutte le sue anse, ancora inzuppata di acqua e di fango ad un mese di distanza, o poco più, dall’alluvione del 15-16 settembre 2022.Sulla destra è visibile la confluenza Misa-Nevola sotto la Villa Antonelli-Castracane.

Ciò che mi ha colpito analizzando la foto sono state le due aree cerchiate (1C).

Mi sono rivolto sempre a Learco Perini, che qui ringrazio e che merita un grande applauso, per avere spiegazioni. Perini mi ha detto che nell’area a sinistra si vede lo scavo per il rifacimento del metanodotto della SNAM Ravenna-Chieti. L’area cerchiata in forma ellittica a destra, che mi aveva fatto pensare ad un antico teatro romano, è in realtà il raddrizzamento di una grande ansa fluviale, come si può osservare dalla sovrapposizione dei rilevamenti aerei di Google Maps alle mappe del catasto Gregoriano del 1818. (Fig. 1D)

Non è stato possibile sapere se il raddrizzamento dell’ansa sia avvenuto naturalmente o per opera umana. Io non ho trovato documenti attestanti, però è avvenuto tra il 1894 e prima del 1907, come si può ricavare dal confronto delle carte degli anni 1896 e1907 dell’IGM 117 di Corinaldo. Nel 1896 e nel 1897 sono avvenute due grosse alluvioni: nel 1896 il giorno 11 e 12 novembre e nel 1897 nei giorni 22 e 24 ottobre. (Fig. 2A).

Fa invece propendere per un raddrizzamento ad opera dell’uomo la presenza del raddrizzamento secondario nella stessa area proprio alla confluenza del Misa nel Nevola. (Fig. 2B)

Per poter realizzare questa seconda sovrapposizione mi sono dovuto procurare le mappe originarie del Catasto Gregoriano del 1818 dall’Archivio di Stato di Roma (Fig. 3).

Le mappe sono due. Una di Brugnetto (Fig. 4A) comune di Senigallia, una di Ripe (Fig. 5).


4A – Brugnetto di Senigallia Catasto Gregoriano

Osservazioni sulle mappe e Villa Antonelli-Castracane

Cominciamo dall’esame della Fig. 4A (Osservazioni sulla mappa): località Castelluccio, Cerquabella, Giannino, Fosso del Sambuco, Fosso dei Granci, Vallato della Marazzana, che comincia sotto villa Antonelli-Castracane e attraversa la pianura fino al Molino Marazzana (Fig. 4B, 4C, 4D) non compreso nella mappa, perché è riportato in un’altra mappa, quella di Filetto di Senigallia). Come si vede nella zona di Brugnetto, quella appartenente a Senigallia, ci sono solo 4 o 5 costruzioni o poco più, se si escludono gli ingrandimenti delle costruzioni, perché sono duplicate ingrandite Castelluccio, Cerquabella e altre. Non lasciamoci ingannare dalle varie costruzioni che compaiono: sono solo ingrandimenti di dettagli della mappa.

Passiamo ora all’esame della Fig. 5A: Ripe (Osservazioni sulla mappa). Innanzitutto notiamo la parte vuota della Contea di Porcozzone, appodiato di Tomba. Porcozzone apparteneva al Vescovo di Senigallia che era conte di Porcozzone, e la contea aveva una mappa a sé (Fig. 5B), come pure avevano una mappa a sé le altre contee di Vaccarile e di Montale di Arcevia che appartenevano al Vescovo di Senigallia.

Gli ingrandimenti più significativi della mappa in Fig. 5A sono: l’ingrandimento del Castello e del Borgo di Ripe. Nella parte sinistra in basso sono ingranditi la villa Antonelli e l’Oratorio di S. Michele a Brugnetto. Nella parte destra in basso è ingrandito il Borghetto di Ripe, poi sono disegnati ingranditi il Mulino di Passo Ripe, il Crocefisso e altre case.

Vorrei far notare una zona del fiume Nevola sotto villa Antonelli-Castracane (Fig. 6 mappe unite) contraddistinta dalla dicitura “Cataratte”, cioè degli scoscendimenti di terreno scavati dalle piene del Nevola, che si colmavano di acqua in caso di alluvioni. Della zona abbiamo una foto di fine Ottocento o dei primissimi anni del 1900 (Fig. 7) che riproduce Villa Antonelli-Castracane.

È una foto singolare perché nel riquadro è sinistra è ingrandito un particolare con la contessa Laurentina Castracane, nonna materna di Nori De’ Nobili, la bambina al suo fianco, che divenne una famosa pittrice del ‘900 alla quale a Ripe di Trecastelli è dedicato un piccolo Museo delle sue opere.

Oltre al fatto biografico su Nori De’ Nobili, la foto è importante perché ritrae uno scoscendimento, cioè una ripa argillosa (cataratta), che oggi ha cambiato totalmente aspetto ed è difficile da riconoscere. Il calanco argilloso è stato infatti oggetto di un rimboschimento. Si vede infatti, ingrandendo la foto, che gli alberi e le siepi sono stati da poco piantati dalla contessa Laurentina Castracane, per cui oggigiorno il luogo è irriconoscibile, coperto com’è di vegetazione (Fig. 7). Negli anni ’40 del Novecento ai piedi della scarpata argillosa fu aperta una nuova strada per Ripe-Corinaldo che prima non c’era.

Per andare a Corinaldo (Fig. 6) nel 1700 e nel 1800 si doveva passare dentro il Brugnetto e iniziare una lunga salita, girando a fianco della chiesa parrocchiale costruita su un poggio sul finire del 1700 dal conte Angelo Antonelli, e bisognava imboccare la Strada detta l’Imbrecciata per Ripe. Poi negli anni ’70 del Novecento è stata costruita una nuova variante che by-passa esternamente tutta la frazione di Brugnetto e prosegue sulla destra dello spazio pianeggiante arato che si vede in basso nella foto (Fig. 7), per cui la vecchia strada ai piedi del dirupo è stata abbandonata (Fig. 8) ed è stata assorbita dalla nuova vegetazione, per cui oggi la zona è praticamente irriconoscibile.

La nuova strada degli anni ’70 (Fig. 2A) passa più in alto di 1 m, forse di m 1 ½ o 2 metri circa, rispetto alla piana della foto, che costeggia le antiche cataratte. Nella foto si osserva che il corso antico del Misa-Nevola ha subito due rettifiche: un raddrizzamento principale della grande ansa che esisteva tra Brugnetto e Bettolelle e uno secondario alla confluenza dei due fiumi sotto villa Antonelli. Poi negli anni 2000 al centro della diramazione fra la SP.12-Arceviese e la SP.360/1-Arceviese è stata costruita una rotatoria (Fig. 3).

Tutta l’area è stata inondata e coperta di fango durante la recente alluvione del 15-16 settembre 2022 (Fig. 9A e 9B), foto del Dr. Paolo Primieri, direttore dell’Azienda Agraria Opera Pia Mastai, scattata lunedì 19 ‎settembre ‎2022, ‏‎alle ore 14:17:42. In particolare si può osservare la rottura degli argini di difesa in corrispondenza del Fosso Molinella che confluisce nel Misa.


Chiesa Parrocchiale di S. Michele Arcangelo

L’edificio più importante di Brugnetto è senz’altro la Chiesa Parrocchiale (Fig. 9C), che inizialmente era l’oratorio dedicato a S. Michele. Infatti la pala d’altare raffigurante S. Michele (Fig. 9D) è una pregevole copia di autore ignoto, replica del famoso dipinto di Guido Reni a Roma. Però il Patrono del borgo è S. Ubaldo (Fig. 9E) (terza domenica di maggio), mentre il titolare della Chiesa è S. Michele Arcangelo (si festeggia il 29 settembre). Il borgo, rappresentato vicino al pastorale di S. Ubaldo non è Brugnetto, che all’epoca era solo un territorio agricolo composto da circa 20-25 case sparse per le campagne, quante se ne possono contare disegnate nella mappa del Catasto Gregoriano del 1818, quasi tutte ricadenti nel territorio di Ripe, non di Senigallia. Notare che l’angioletto (Fig. 9F) è rivolto verso S. Ubaldo per offrirgli la città murata – quindi il castello non può essere Brugnetto che non aveva mura che lo chiudessero, ma era costituito da aperta campagna –. Il castello raffigurato è probabilmente Gubbio, città di cui S. Ubaldo è protettore.

Da Gubbio proveniva Maria Laurentina Galeotti della Zecca, nata a Gubbio nel 1791, la quale fin da piccola viveva con il conte Bernardino Antonelli nella villa Antonelli. Bernardino Antonelli era coniugato con una zia di Laurentina Galeotti, la contessa Caterina Ancajani. Il conte Bernardino Antonelli, morto senza eredi diretti nel 1809, donò le sue proprietà e la villa di Brugnetto a Laurentina Galeotti, nipote di sua moglie Caterina Ancajani. Proprio in quell’anno 1809 Laurentina Galeotti sposò il conte Leonardo Castracane di Fano e portò in dote la villa Antonelli e le tenute agricole dipendenti. Sull’argomento torneremo fra breve.

Il santo raffigurato a destra in ginocchio è S. Nicola da Tolentino, non S. Francesco come qualcuno erroneamente potrebbe credere. Basta osservare i simboli che lo accompagnano, cioè il cilicio, simbolo di penitenza, e il sole al centro del saio nero dei frati Agostiniani (non dei Francescani che indossano il saio marrone). Nella vita di san Nicola da Tolentino si narrava che un astro lucente lo seguisse continuamente nei suoi spostamenti e che illuminasse la sua figura.

L’Oratorio di S. Michele di Brugnetto era di proprietà della Comunità di Ripe (Fig. 10A) e venne costruito su terreni di proprietà dell’Ospedale di S. Maria della Misericordia di Senigallia.

Per la sua costruzione si adoperò il conte Angelo Antonelli, fratello del card. Leonardo Antonelli e di Bernardino. Nel 1789 il conte Angelo Antonelli promosse la costruzione dell’attuale Chiesa Parrocchiale e si adoperò per ottenere i permessi e per arredare l’oratorio con il bel quadro di Domenico Corvi (1721-1803) rappresentante S. Ubaldo da Gubbio che oggi si vede sulla parete laterale destra.


Bernardino Antonelli (Senigallia 1725, morto ivi 7 luglio 1809), era fratello del card. Leonardo Antonelli, dal cui lascito librario prende il nome la Biblioteca Antonelliana di Senigallia. Bernardino prima di diventare Capitano del porto e Castellano di Senigallia, si era trasferito da Senigallia a Roma per studiare nell’accademia del giovane pittore Domenico Corvi. Sarà proprio grazie al giovane senigalliese Bernardino Antonelli che il pittore Domenico Corvi riuscirà a ottenere la sua prima importante committenza da parte del Consiglio comunale di Senigallia.


Relazione del prof. Valter Curzi tenutasi a Brugnetto il 19 maggio 2001 in occasione della ricollocazione della tela di Sant’Ubaldo (scuola del Corvi) presso la Chiesa parrocchiale di Brugnetto:

«Attraverso i documenti d’archivio è possibile ripercorrere l’intera vicenda del quadro (si parla non del quadro di Brugnetto, ma di un altro quadro collocato nella cappella del Municipio di Senigallia con i santi protettori della città, cappella che era ubicata al piano terra del palazzo comunale, nei locali oggi adibiti ad ufficio anagrafe) che ha inizio con una delibera del Consiglio del giugno 1753 con la quale si stabilisce di dover sostituire il vecchio quadro della cappella comunale, posta sotto le logge dell’attuale palazzo municipale, che per il cattivo stato di conservazione era stato interdetto qualche anno prima durante la visita del vescovo. Inoltre un nuovo dipinto per la cappella era necessario in considerazione del fatto che nella tela, dove erano rappresentati i Santi Protettori di Senigallia, [per cui] dovevano aggiungersi le effigi di San Vincenzo Ferreri, Sant’Emidio e San Nicola da Tolentino, elevati a comprotettori della cittadina dopo il terremoto rovinoso del 1741. Per la realizzazione del dipinto si delibera la spesa di una cifra considerevole: 130 scudi che sarebbero stati prelevati dalle casse del Comune a seguito delle entrate successive alla fiera della Maddalena.

Ci si rivolge all’agente di Senigallia a Roma per ricercare un “pittore esperto”, come si legge nei documenti, al quale affidare la realizzazione della nuova pala d’altare.

La consapevolezza di come potesse tornare a vantaggio della cittadina ossequiare Nicola Antonelli, non ancora cardinale ma già influente membro della corte pontificia, spinge a rivolgersi direttamente a lui per la segnalazione di un pittore, che in considerazione della sostanziosa cifra accantonata per il quadro si sarebbe potuto scegliere tra i pittori più affermati della città. I rapporti fra Corvi e gli Antonelli fanno sì che il pittore viterbese avesse la meglio e anzi, ancora prima dell’arrivo a Senigallia della tela, un altro dipinto di Corvi verrà sistemato sull’altare del Duomo.

Tre mesi dopo l’arrivo di questo primo dipinto, nel maggio del 1754 i senigalliesi, a quasi un anno di distanza dall’affidamento dell’incarico, potranno finalmente godere della visione del capolavoro di Corvi. Questo dipinto costituisce un vero e proprio trampolino di lancio per l’artista che negli anni immediatamente successivi si troverà a servizio delle famiglie romane più prestigiose e a due anni di distanza dal quadro senigalliese verrà ammesso nell’istituzione più prestigiosa di Roma: l’Accademia di San Luca.

Nello stesso anno dell’ingresso all’Accademia, in concomitanza con la riapertura della chiesa senigalliese della Maddalena, sottoposta a un radicale restauro, un nuovo quadro di Corvi verrà collocato sull’altare della famiglia Ferretti.

È evidente come Corvi sia ormai entrato sotto la diretta protezione della famiglia Antonelli, tanto che quando nel 1759, a seguito della nomina a cardinale di Nicola Antonelli, si renderà necessaria la realizzazione di un ritratto ufficiale, sarà di nuovo Corvi a essere scelto. (Ritratto dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, Ritratto della Biblioteca Antonelliana: «Questo è interamente tuo dono», dedica tratta dall’Ode III di Orazio dedicata alla musa Melpomene, ode avente come tema il valore della poesia e la sua capacità di eternare la fama dello scrittore).»

prof Valter Curzi


Palazzo Antonelli-Castracane-Augusti

La villa di Brugnetto di cui qui vediamo la pianta (Fig. 11) è un complesso edilizio composto da varie dipendenze, fra cui la chiesetta a fianco al palazzo, sul cui retro c’era la casa del cappellano. (Fig. 12A, 12B, 12C).

Nel 1749 Benedetto XIV aveva fatto dono al Card. Antonelli del corpo di una giovane martire tredicenne, Santa Timotea, rinvenuto nelle catacombe di San Callisto di Roma. Il corpo era stato trasportato nella cappella di famiglia del palazzo di Brugnetto, per la quale Domenico Corvi aveva eseguito la pala d’altare nel 1773 (Fig. 13), ma credo che il quadro della foto sopra l’altare, qui riprodotto, sia una copia fotografica, tant’è vero che ha perso tutto il colore e la luminosità. Le reliquie erano poste all’interno della pietra sacra dell’altare. Sotto l’altare c’era un’urna dorata con le ossa della santa. La chiesetta della villa fu ritratta dalla pittrice Nori De Nobili (Fig. 14A) e l’intero complesso con la Casa di Villeggiatura fu disegnato a china sempre da Nori (Eleonora) De Nobili.

Anche il Palazzo Antonelli fu dedicato ai santi raffigurati nel quadro (San Francesco e Santa Timotea) come attesta l’epigrafe (Fig. 14A 14B 1516A16B16C) posta a conclusione dei lavori al di sopra del cornicione dei solai del palazzo. Nella lapide, oggi andata persa, c’era la dedica a Iesu, Maria et Joseph, S. Francisco et S. Timotea, 1767, anno della morte del card. Nicola Maria Antonelli in cui si conclusero i lavori di costruzione del Palazzo Antonelli.


Concludo ora con alcuni grafici della Fam. Antonelli per spiegare come mai la Villa Antonelli divenne proprietà di Leonardo Castracane degli Antelminelli di Fano, come è attestato nel “Brogliardo” di Ripe del 1818. Anche se nel Catasto manca il “quondan” (cioè figlio del fu…)
(Fig. 17), sappiamo che Leonardo Castracane era figlio di Angelo Castracane degli Antelminelli (Fig. 18) di Fano e di Montevecchi Eleonora e che diventa proprietario della Villa perché sposa Laurentina Galeotti della Zecca, nata a Gubbio nel 1791. Laurentina Galeotti fin da piccola viveva con il conte Bernardino Antonelli nella villa di Brugnetto perché il conte aveva sposato sua zia, la contessa Caterina Ancajani, sempre originaria di Gubbio, sorella di sua madre Maria Ancajani. Dal matrimonio di Laurentina Galeotti con Leonardo Castracane di Fano, nascono 11 figli (Fig. 19) e dal primogenito Angelo Castracane nasce una seconda Laurentina, di cognome Castracane, che a sua vola eredita la villa di Brugnetto. Questa seconda Laurentina Castracane andrà sposa al conte Augusto Augusti(Fig. 20). Poi la villa fu ereditata da diversi eredi, fra cui i Martines attuali proprietari, che abitano nel Palazzo Antonelli-Castracane-Augusti, strettamente imparentati con la pittrice Nori De Nobili, come si può vedere nel grafico.

prof. Giuseppe Santoni